mercoledì 6 febbraio 2013

La nostra storia


Rimango incinta dopo mesi e mesi di tentativi. Dopo aver reso l’atto più bello un’unione quasi forzata per realizzare un sogno. Niente nuvole e lenzuola. Ma non ci importa perché amarsi significa anche questo. Sacrificare qualche cosa per realizzare un desiderio.

I ricordi delle visite, le lacrime versate e le ansie del cuore scompaiono quando sul test vedo le due lineette. La cosa più bella che io abbia mai visto. Il nostro piccolino è pronto a vivere con noi. Ho finalmente trovato il mio posto nel mondo. E così comincio la mia vita da futura mamma. Niente verdure crude, niente pesi da portare, niente affaticamenti. Mio marito non mi fa fare niente. Ed è un far niente meraviglioso. Cominciano le nausee e i giramenti di testa. La prima volta che rimetto lo chiamo con le lacrime agli occhi. Sono felice. Il mio piccolo c'è e si fa sentire. E ogni volta che corro in bagno sono "contenta". Non esco quasi di casa, le temperature estive non me lo permettono, ma non mi pesa. Con la mano sulla pancia posso affrontare qualunque cosa. Anche la noia, così dolce da mozzare il fiato.

Passa il tempo, sono coccolata e viziata. La pancia cresce e con lei i nostri progetti. Si comincia a parlare di vestitini, seggiolini, addirittura dell'asilo. Nessuna ombra può smorzare la nostra gioia. Discutiamo sui nomi. Se è un maschio siamo sicuri sarà Edoardo, se è una femmina abbiamo ancora qualche dubbio. Ma io sento che è un maschietto. È così è stato: il nostro Edoardo stava per arrivare. Mi fotografo la pancia, mi arrabbio perché non mi entrano più i pantaloni. Ma è un' arrabbiatura tenera, di quelle che le donne sfogano per farsi dire che con la pancia sono ancora più belle. Poi arriva il primo calcetto. Un brivido mi attraversa il petto e si conficca nel cuore. È lui, è il piedino del mio amore. Lo dico a mio marito e lui piange. Sempre alla stessa ora, come un appuntamento, si muove, cambia posizione e mi dice “Ciao mamma ci sono!”.

 
Poi arriva il 29 ottobre e in un attimo, il tempo di un respiro, la nostra vita si trasforma in un incubo. Il nostro sogno si spezza quando mi viene detto: “c'è un problemino”. Da lì comincia il nostro calvario. E' qui che la nostra esistenza viene tagliata in due. D'ora in poi ci saranno solo più un prima e un dopo.

Il 29 ottobre è il giorno della morfologica. Appuntamento alle 18. La notte prima non dormiamo. Non vedo l’ora di sapere il sesso. Non immagino che oltre a quello avrei saputo ben altro... Mi vesto, faccio la solita foto di rito davanti allo specchio e salgo in macchina, sempre attenta a non fare movimenti bruschi. In sala d’attesa sono agitata, ma non ho tempo di calmarmi perché la dottoressa ci chiama. Mi spoglio, per la prima volta senza vergogna. Vedo il piccolo, dorme. È un maschietto e io piango di gioia. E’ bellissimo. La manina sulla fronte, chiusa a pugno. La stessa che poi si avvolgerà alle mie dita. Poi sento il suo cuore, batte fortissimo. E il nostro con il suo. Poi vedo che la ginecologa insiste sul cuoricino, mi dico che è normale, ma dentro forse capisco che qualcosa non va. Per paura di sentire risposte, sto zitta. Mi rivesto. C'è silenzio, ma ancora una volta mi dico che è normale. Mi siedo, la dottoressa dice che il piccolo sta bene, i valori sono nella norma.... Ma “c'è un piccolo problema”. Quelle parole sono diventate il mio incubo. Ancora oggi mi risuonano dentro e mi tagliano a metà. Il piccolo ha un problema al cuore. Probabile Tetralogia di Fallot. Non so che cosa sia, non voglio saperlo.  Il mio amore sta bene e lei si è sbagliata. Ma purtroppo non è così e la mattina dopo abbiamo appuntamento in ospedale per approfondimenti.

Continua la discesa all’inferno. Non dormiamo e alle 8 siamo in ospedale. Altre ecografie confermano la malformazione. Anzi il quadro peggiora. Il piccolo Edoardo ha un Truncus, vive bene solo dentro di me e io avessi potuto l’avrei tenuto per sempre nel mio grembo. Faccio l’amniocentesi. Sono un sasso, mi muovo come se fossi un burattino. Non sento male. Niente. Il dolore è tutto nel mio cuore. Alle 13 visita dalla cardiologa che conferma la patologia. Appuntamento dopo una settimana per un’altra visita. Torniamo a casa con la morte dentro. Piango, mi dispero e mi arrabbio. Faccio anche una cosa terribile. Per due giorni non mi tocco la pancia, quasi io voglia abituarmi alla sua possibile assenza. Poi però sento che Edo ha bisogno del mio calore. Mi abbraccio la pancia e non la mollo più. I giorni trascorrono veloci, come se vivessi la vita di qualcun altro. La casa è sempre piena di gente. Non voglio stare da sola. Anche se sola non sono.

Si comincia a parlare di possibile interruzione. In tutto questo tempo non sono mai riuscita a pronunciare la parola aborto. Ancora adesso è come una lama che mi taglia in due. Giovedì 8 i medici confermano la malformazione. Una settimana dopo il nostro amore non c’è più. È un angioletto. Abbiamo scelto per lui: non abbiamo voluto vivesse una vita che noi non avremmo mai voluto vivere. Comincia così il lungo saluto. Lunedì 12 ho tutte le visite. Poi quelle terribili pastiglie da ingoiare che si mescolano alle mie lacrime, al mio strazio. Ad aiutarmi la mia famiglia e il sorriso buono di medici e personale. Mercoledì 14 il ricovero. Mi danno un letto. I miei movimenti sono meccanici. Mi spoglio e dopo un po' l’ostetrica mi mette la prima candeletta. L’incubo continua. E al dolore del cuore si unisce quello fisico. Le prime contrazioni, la flebo, l’epidurale in una stanza fredda, dove un’altra donna si sta preparando al parto. Non so nemmeno più come mi chiamo. Un’altra candeletta. Il dolore aumenta. Alle 15 comincia il travaglio. Alle 16.10 non nasce il nostro amore. Mio marito è con me, mi dà forza, mi stringe le mani, mi dice che sono bellissima. Che Edoardo è bellissimo. Davanti a me l’ostetrica, una ragazza dal cuore e dal sorriso dolcissimo. La stessa che dopo ore di lavoro prima di andare a riposare mi viene a salutare. Mi parla con tenerezza, mi dice di lasciarlo andare. Poi il silenzio. Rivivrei quel momento tutti i giorni, perché in quell’istante l’ho sentito vicino come non mai. Poi il raschiamento, l’anestesia totale. Non capisco più niente. Mi ritrovo a letto. I miei cari attorno. La mia pancia drammaticamente vuota. La notte mio marito mi stringe forte. Non chiudiamo occhio. Qualche complicazione dopo, arriva l’alba. Altre visite e controlli. La mia magnifica dottoressa si prende cura di me. Posso andare a casa. E solo ora mi rendo conto che inizia il vero calvario. Il vuoto che sento è indescrivibile. La mia pancia c’è ancora, l’istinto è sempre quello di accarezzarla. Ma ogni volta che lo faccio la realtà mi prende a schiaffi in faccia. Quando ci richiudiamo la porta alle spalle ci sentiamo smarriti. Persi. Vuoti. Incredibilmente soli. Da quel momento la parola che meglio ci descrive è VUOTO. Un vuoto che non so come colmare.

La mia storia è la storia di tante donne che hanno messo al mondo il loro bambino e non hanno potuto abbracciarlo. Stringerlo al petto e sentire il suo respiro fondersi con il proprio. Non hanno potuto sfiorarlo, accarezzarlo, dormire accanto a lui. La mia storia si intitola aborto terapeutico. Una contraddizione, un dramma che lascerà un segno per sempre. Uno strazio che apre un vuoto incolmabile nel cuore. La mia storia è quella di un abbraccio mancato. Di un passo verso la felicità cancellato da un alito di vento crudele. L’unica cosa che sento è la sua assenza. E ritorno a piangere sulle pance delle altre donne e torno a dover sopportare il fardello della mia così tristemente vuota. La mia pancia che prima dava vita, ora è piatta, morta, terribilmente sola. La vita mi ha preso in giro, mi ha dato e poi mi ha tolto. La vita mi ha preso a pugni. Ora è tempo di piangere. E’ tempo del saluto. Un saluto che non finirà mai.

 

44 commenti:

  1. Ho letto il tuo post con il silenzio nel cuore e qualche lacrima sul viso.
    Stai vivendo credo il momento più brutto che si possa provare nella vita, solo il tempo aiuterà...è vero, non dimenticherai...
    Io sono mamma di un bimbo di 4 anni, e sono in attesa di una bimba che arriverà a maggio...di bimbi ne ho "persi" due...il primo a 5 settimane con a.s., la seconda a 9 settimane con raschiamento, non aveva il cuoricino purtroppo...
    Sono stati dei momenti bruttissimi, poi dentro di me ha iniziato a nascere un pensiero, non so quale sia il tuo credo religioso...io sono sicuramente un pò alternativa....ma l'intuito mi diceva che l'anima della mia bambina non si era voluta fermare in quel corpicino perchè troppo malato...ma sempre l'intuito mi diceva anche che l'anima è eterna e può ritornare...
    Parlavo di queste mie convinzioni con mio marito...dicendo che magari era il mio cervello che per farmi sopportare il dolore "creava" una sorta di pensiero per stare meglio...ma io ci credevo davvero...e ci credo tutt'ora.

    Qualche mese dopo il secondo aborto, mi è stato regalato un libro di Brian Weiss (Molte Vite...un solo amore), leggendolo trovai scritto terra terra il mio stesso pensiero, espresso da altre donne...pazzia di gruppo?
    Io non lo so...ma ho iniziato a sentire vicina l'anima della mia bimba...e ho sentito il desiderio di riprovarci.
    La mia d.p.p. doveva essere il 17 settembre...proprio quel giorno, primo giorno di ritardo, la mia bambina mi ha fatto sapere con un bel test positivo che sarebbe ritornata.

    Scusami se mi sono permessa di raccontarti la mia storia...ti abbraccio.

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    1. Grazie per aver voluto condividere la tua storia con me. Il tuo pensiero è stupendo, sono sicura che la tua bimba sia tornata e che ora viva nel corpicino di tuo figlio. Credo anche io che Edoardo rivivrà grazie ad un fratellino o ad una sorellina. Al quando questo accadrà non voglio pensarci. Sono sicura che arriverà quando cuore e mente saranno pronti. Ho paura, non lo nego, ma sono sicura che il dolore non passerà mai e che sarà sempre troppo presto. Ma al mio desiderio di tornare ad essere mamma non rinuncio. Lascio fare al destino e intanto cerco di imparare a convivere con questo immenso vuoto.
      Grazie...

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  2. Cara Elena, non so quanto tempo è passato dalla tua scelta, dalla mia sono passati più di due anni e non posso certo dire di aver dimenticato. La storia dei miei bimbi forse non l'hai ancora letta, ho inserito il lik sul forum, spero che tu abbia tempo per farlo e spero ancora di più che possa esserti d'aiuto.
    L'esperienza dell'interruzione si vive come un "non senso", la rottura di quel legame cosi naturale e intimo rimane come qualcosa di insensato e imponderabile.
    Quello che sto facendo io adesso è quello di testimoniare a chi si trova in condizioni simili, la mia esperienza e la mia vicenda.
    Non sono certo in grado di dire cosa è giusto e cosa no e è lontana da me la volontà di giudicare (non di sicuro nella posizione di poterlo fare) ma spero che ciò che ho vissuto acquisisca un senso orientato alla vita nel racconto che ne faccio. Spero davvero che sia cosi...nulla accade per caso...ancora un abbraccio, Veronica

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  3. Ho letto la tua storia e ho provato grande ammirazione per il tuo coraggio e la tua forza di volontà, dettate sicuramente da un grandissimo amore. La mia scelta ho dovuto prenderla solo 3 mesi fa e, anche se penso che un motivo ci sarà, ancora non riesco davvero a trovarlo. Il tempo e forse l'arrivo in futuro di un altro figlio mi aiuterà a comprendere e a darmi qualche risposta.
    Grazie per la tua testimonianza.
    Un abbraccio

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    1. Cara Elena, mentre leggevo il tuo racconto mi sono sentita morire, si perché pure io ho vissuto tutti quei momenti, l'ansia della morfologica per sapere il sesso e poi vedi la dottoressa che si ferma sul cuore..... Tutto ciò che hai scritto le sensazioni, il sentirsi crollare il mondo addosso e tutta la prassi, l'accertento in ospedale al mattino alle 8 e alle 13 visita dalla cardiologa.... Pure gli orari coincidono.
      Noi però abbiamo fatto una scelta diversa, e tornassi indietro la farei altre infinite volte, io homla mia bimba qui con me, che mi riempe la vita, sta facendo degli interventi, ma ancora 2 e poi non dovrà più farne e lei ha 3 anni ora, è una peste piena di vita!
      Ti auguro davvero di riuscire ad uscire da questo vuoto infinito e trovare la forza per cercare la rivincita.
      Imbocca al lupo cara.

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    2. Grazie per il tuo racconto, hai fatto una scelta diversa dalla nostra ma sono contenta di avere letto la tua testimonianza. Auguro a te e alla tua piccolina una vita piena di gioia. Un abbraccio a tutte e due

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  4. Non so se abbia senso, forse no, forse si,
    ma voglio/devo scriverti che ti abbraccio infinitamente con tutto il cuore!

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    1. Ti ringrazio, il tuo abbraccio ha un grande valore....

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  5. ciao elena ho letto il tuo racconto davvero straziante...ti abbraccio forte

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  6. Cara Elena ho letto la tua storia interrompendomi più volte per asciugare le lacrime... Anche io ho un angioletto in cielo, perso o meglio lasciato andare quasi alla dodicesima settimana per una grave malformazione al ventre e al cordone ombelicale... essendo nei termini previsti ho potuto ricorrere ad una ivg, sicuramente meno traumatica almeno dal punto di vista fisico.. ora a distanza di 8 mesi mi colpevolizzo perche' ho preferito addormentarmi lasciando che i medici facessero tutto piuttosto che accompagnare il mio bimbo nel suo ultimo viaggio...e a distanza di 8 mesi continuo a chiedermi perché la vita metta di fronte a scelte così tremende e innaturali. E mi chiedo se mi darà più indietro il mio angelo...
    Ti abbraccio forte forte
    M.

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    1. Ciao, mi dispiace molto per il tuo angioletto. Anche io mi faccio tantissime domande alle quali purtroppo non c'è risposta. Sono sicura che il tuo piccolo vive nel tuo cuore, cercalo lì. Ti abbraccio forte anche io.

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  7. Grazie delle tue parole e del pensiero cara Elena... I nostri piccoli vivranno sempre nei nostri cuori e nei nostri ricordi... Quando il cuore fa troppo male mi dico che devo lasciar andare il mio angelo, non dimenticarlo ma lasciarlo andar via... Poi la paura e l'angoscia prendono il sopravvento... Paura di non vedere più un positivo, angoscia di rivivere quei momenti...
    I nostri angeli e tutti quelli che hanno abbandonato le loro mamme e i loro papà così presto senza farsi conoscere giocano insieme e vegliano su di noi... Un bacio grande cara mamma speciale

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  8. Cara Elena e con te care tutte le persone che hanno scritto su questa pagina, sono Armando e sono il papà di un bimbo che dal 18 Ottobre del 2012 è diventato un piccolo angelo (io non sono credente ma spero ardentemente che sia così).
    Abbiamo dovuto prendere la peggiore delle decisioni che un essere umano si possa trovare ad affrontare. Il nostro bimbo era affetto da Distrofia Muscolare di Becker e per questo motivo mia moglie ha dovuto affrontare un interruzione di gravidanza volontaria alla 14a settimana.
    Non ci sono parole per descrivere quello che si prova e ancora oggi lo strazio è grande, specialmente quando penso che tutto questo si poteva evitare se lo stato ci avesse consentito l'accesso alle cure mediche di cui abbiamo bisogno.
    Brevemente, mia moglie è portatrice sana della malattia e noi tramite Procreazione Medicalmente Assistita e successivamente Diagnosi Pre-Impianto potremmo avere bimbi sani.
    Tutto questo in Italia non è possibile per via della famosa e contestata legge 40 del 2004 o 2005 (perdonatemi se non lo ricordo con precisione)che impedisce alle coppie fertili l'accesso alla PMA. Ci siamo informati e l'unica speranza era andare all'estero però noi non ce lo possiamo permettere e quindi dopo 5 anni di tentennamenti e angoscie abbiamo provato ad avere un figlio affidandoci alla fortuna. Le cose sono andate come avete letto e oggi siamo in cura da uno psicologo che cerca di aiutarci ad elaborare il lutto e la morte che portiamo dentro di noi.
    Nel contempo non siamo rimasti con le mani in mano e stiamo avviando tutto l'iter burocratico per andare in tribunale a contestare la legge.
    Il nostro psicologo dice di pensare alla nostra scelta di interrompere la gravidanza come al più grande atto d'amore. Noi sappiamo che è così ma la realtà è dura e quando meno ce lo aspettiamo ci troviamo a piangere e a disperarci l'anima per un dolore che MAI ci lascerà. Con la speranza che la vicinanza di altre persone aiuti noi tutti a trovare la forza di convivere con questo enorme dolore vi abbraccio con tutto il cuore.

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    1. Caro Armando, grazie per avermi scritto. Leggere la vostra storia mi fa male. E mi fa rabbia. Proprio l'altra sera guardavo un servizio de "Le Iene" dedicato alla legge 40. Sono senza parole. Come si può togliere ad una coppia il diritto e la gioia di avere un figlio? Come può non consentire la diagnosi pre impianto e poi permettere l'aborto fino alla 22esima settimana?
      Non vogliamo figli perfetti. Vogliamo figli che possano affrontare la nascita e tutto ciò che la vita riserverà loro con le giuste forze.
      Capisco perfettamente il vostro dolore. Lo comprendo fino in fondo perchè lo sto vivendo anche io.
      Vi sono vicina e vi abbraccio forte.

      Mi chiedevo: posso pubblicare questo commento come post?

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    2. cara Elena,le lacrime non si fermano,il tuo dolore è il mio dolore,la tua storia è cosi simile alla mia.....
      felici all'inizio,appena scopri che un piccolo essere è li,presente,fai progetti,sogni di lui,si lui,anche il mio angelo era un maschietto.poi iniziano le eco e con esse gli incubi,qualcosa non va,mi propongono la villocentesi,accetto,cariotipo normale,maschietto,ma il ginecologo voleva capire perchè c'era un valore troppo alto alla translucenza nucale,allora altre eco,la piu importante alla 19 settimana,quella al cuoricino,quasi un ora di fiato sospeso,per sentirci dire che aveva una grave malformazione al ventricolo sinistro e altre cose che ormai ho rimosso....
      il mondo ti crolla addosso,cosa fare???andiamo dal mio medico di fiducia,che mi spiega anche che ero io a mantenerlo per ora,ma che anche durante parto o subito dopo se ne sarebbe andato via,non potrebbe vivere.
      allora io scelgo l'aborto terapeutico,e sappiamo entrambe di che parliamo,tu cmq almeno hai potuto avere tuo marito accanto,io sembravo sequestrata in quell'ospedale;il dolore fisico è niente in confronto a quello del cuore,si il cuore,maledetto cuore che nei nostri piccini non era compatibile con la vita.anche io accarezzavo la pancia,è un vuoto troppo grande,non so se si colmerà mai,per me sarà un anno a maggio,vorremmo riprovarci,per altri motivi per ora non possiamo,ma la paura è tanta,ma non voglio mollare,anche noi abbiamo diritto a stringere un piccolo essere,nessuno sostituirà i nostri angeli,il mio ALe lo immagino lassù tra le braccia dei suoi nonni che almeno loro lo cullano per me....
      ti stringo caramente

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    3. Ciao Elena,
      le lacrime sono arrivate quando hai scritto che stringevi la tua pancia prima dell'interruzione, anche io l'ho accarezzato fino alla fine, il mio Simone nato il 19/02/12 a 22W. Aveva una grave cardiopatia anche lui EBSTEIN estremo. Anche io cerco ancora di trovare un senso a tutto questo dolore ma onestamente non lo trovo, io per fortuna ho la mia Erica di 9 anni da coccolare sono tre anni che cerchiamo di darle un fratellino. ma 2 aborti spontanei e poi Simone la gioia immensa di aver finalmente raggiunto il ns. scopo un secondo figlio e poi l'innaturale decisione di interrompere. Alterno momenti di lucidità a momenti di totale irrazionalità durante i quali mi assalgono i sensi di colpa più intensi. Certo che con il tempo il dolore muta. Ti abbraccio.

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    4. Sì, come dici tu, stringere un altro bimbo fra le braccia, forse è l'unica cura possibile. Ti auguro di ritrovare presto un po' di serenità. Intanto i nostri angeli vegliano su di noi.
      Ti abbraccio forte anche io.

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    5. Ti stringo forte e prego perchè tu possa avverare il tuo desiderio...

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  9. Ciao Elena, ti scrivo con il dolore nel cuore che quasi non mi permette di respirare. La mia esperienza è simile alla tua.. Io e mio marito siamo stati "tranquilli" fino alla 25esima settimana.. Era il 10/01/2012. Durante la visita stessa scena: la ginecologa si ferma sul cuore e mi dice che c'è un problemino.. Malformazione cardiaca: trasposizione dei grossi vasi. Mi cade il mondo addosso. Iniziamo le mille visite ma tutti ci rassicurano: con l'intervento il nostro Gabriele avrà una vita assolutamente normale. Ho partorito il 3/04/2012 il mio bimbo meraviglioso. Bellissimo e bravissimo. Ovviamente non usciamo dall'ospedale ma viviamo lì per 10 giorni con mille difficoltà perchè abbiamo una bimba di 18 mesi a casa.. Il 12/04 si fa l'intervento.. esce dalla sala dopo 17 ore in condizioni critiche ma ce la farà.. Non è vero.. ci hanno solo illusi. Il mattino dopo ci abbandona. E' diventato un angelo e mi manca ogni giorno di più. Però ho fatto un sogno. Lui è ancora tra noi. Infatti sono incinta di 6 mesi di un maschietto. Ci vuole tanta forza per affrontare la vita e una nuova gravidanza. Spero che tutti gli sforzi vengano prima o poi ripagati. Abbraccio te e tutte le altre mamme che hanno dentro al cuore tanta tristezza.
    Sandra

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  10. Cara Sandra, ho letto la vostra storia con le lacrime agli occhi. Ti ringrazio per la tua forza che mi è di grande aiuto. Il tuo Gabriele è un angelo meraviglioso che ora sta per tornare da voi, grazie al suo fratellino. Ti auguro tanta felicità e soprattutto serenità.
    Un abbraccio

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  11. Ciao elena,ti scrivo perchè io tra una settimana dovrò affrontare il tuo stesso strazio...10 giorni fa ho avuto il primo esito della villocentesi e il "feto"come lo definiscono loro è affetto da trisomia 16 che lo rende incompatibile con la vita,non vitale,morte in utero.Non si sa come mai la mia bambina sia ancora in vita,ma una ecografia morfologica ha confermato che si sta spegnendo,non cresce più,non si muove più. Anche io e il mio compagno abbiamo deciso di interrompere la gravidanza...il destino ha comunque deciso per noi,la mia bambina non nascerà mai e io di attendere un tempo indefinito per partorine comunque la mia creaturina morta non me la sento proprio. HO il cuore spezzato,il senso di colpa che mi sta già divorando,nell'attesa dell'intervento spero che mi lasci lei prima che debba farlo io. IO come te all'inizio non mi specchiavo,mi mettevo cose larghe per dimenticare che avevo la pancia,per abituarmi come te,il prima possibile alla sua perdita. E così hanno fatto i miei cari,nessuno mi ha più chiesto di fargli vedere a pancia,nessuno me l'ha più accarezzata;ad è li che ho provato infinita tenerezza per la mia piccolina che non merita tanta indifferenza e ho ripreso a "curarla",a sentirla parte di me,a godermi questa pancia che ancora mi fa tanta compagnia perchè chissà se avrò mai più il privilegio di averla. E non posso pensare a come sarà in giorno dell'intervento,il giorno in cui tutto finirà. E a come riprenderà la mia vita di sempre...mi farò coraggio,purtroppo è andata così e nulla può cambiare. grazie tanto per questo spazio che hai creato Elena...
    un abbraccio sincero

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    1. Carissima Azzurra, ti stringo forte, fortissimo. Grazie per avermi scritto e per aver voluto condividere la tua storia con me.
      I momenti che vivrai non saranno facili, ti sentirai vuota, spersa, distrutta. Ma piano piano ne verrai fuori, con l'aiuto del tuo compagno e dei tuoi cari. E soprattutto della tua dolce bambina che sarà sempre con te e ti prenderà per mano, non mollandola più. Non aver paura di piangere, di urlare, di arrabbiarti: tira fuori tutto il dolore che hai dentro perchè se lo lasci intrappolato nel cuore, te lo divorerà. Il destino ha voluto così, non ci sono risposte ai tanti perchè che assillano la nostra mente. La tua piccolina vivrà per sempre nel tuo cuore e presto, anche se adesso ti sembra impossibile, le darai un fratellino o una sorellina. Ora accarezza la tua pancia, stringila forte. Amala. Cullala. E non sentirti in colpa. Perchè non ce n'è motivo. Nessuno come me può capire come ti senti ora. Se hai bisogno sono qui. Scrivimi anche in privato. Ti abbraccio forte forte.

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    2. Cara Elena,ho una storia, purtroppo, molto simile alla tua vissuta solo sei mesi fa e non c'è giorno che sia io che mio marito non nominiamo il nostro Daniele o non pensiamo a come sarebbe stato se lo avessimo tenuto.
      Daniele aveva una malattia rara con incidenza di 1su 400mila o anche come un ginecologo del Bambin Gesù mi ha detto:”ogni anno in Italia si verifica una sola volta”…e quella volta siamo stati noi!
      La mia vita si è interrotta quel pomeriggio di settembre in cui mi è stato detto quel “c’è qualcosa che non va” …rivivo spessissimo nelle mie giornate quell’istante,quella sensazione di tragica disperazione,il viso del medico, quello della sua assistente e poi tanti particolari come l’ombra di una lampada sul muro, una stampabanalissima in una cornice a giorno o il ciondolo che indossava l’infermiera.Il ginecologo mi disse immediatamente che dovevo considerare l’ipotesi dell’interruzione e ricordo che mi arrabbiai anche e mi sentii ferita…come posso uccidere mio figlio dissi io,sono cattolica, sono praticamente, non potrei mai fare una cosa del genere.
      Decidemmo con mio marito di proseguire nella gravidanza dandoci un termine ultimo per cambiare idea.Fu così che passò un mese,un mese di angosce ed insonnie, di falsi sorrisi a chi per strada mi incontrava e mi guardava con tenerezza alla vista del pancione o di pianti improvvisi mentre ero in fila alla cassa.
      Le malformazioni del bambino però di settimana in settimana coinvolgevano sempre più organi ed è così che mi convinsi a farlo..a fare quello che mai avrei pensato di fare.Lì è iniziato il mio dramma personale etico/religioso e tuttora è in corso.Mi sono allontanata con mio grande dolore dai sacramenti perché ancora “non ho risolto” con la mia coscienza quanto ho fatto.
      Diversamente da te la mia esperienza in ospedale (al San Camillo di Roma) è stata terrificante,abbandonata a me stessa come un’appestata ma è proprio grazie a questa indifferenza generale che almeno ho vissuto un’esperienza intensa e unica al momento del parto (o espulsione come i medici la chiamano).Ebbene si il mio bambino lo ho partorito da sola nel letto di quella camera fredda e triste con mio marito che mi stringeva la mano, mi baciava la fronte e chiamava l’infermiera a voce alta.Ma nessuno veniva da me..solo dopo abbiamo capito il motivo..erano tutti obiettori.Ad oggi col senno del poi sono felice di aver vissuto sola con mio marito quel momento prezioso e tristemente speciale che ha indebolito e unito allo stesso tempo le nostre anime.
      Cara Elena, mi sono aperta con questa lettera e ho fatto venir fuori cose che forse non avevo mai detto…GRAZIE!Non sei sola, siamo in tante, purtroppo.
      Un abbraccio sincero ,Sara

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    3. Carissima Sara, ho letto la tua storia con le lacrime agli occhi. Grazie a te per aver voluto condividere la tua storia con me, con noi, con tutte quelle donne che stanno vivendo questo terribile dramma.
      Il cammino verso una nuova serenità è molto lungo, ma sono sicura che ritroverai la tua dimensione, la tua meritata felicità.
      Lasciami ringraziare tuo marito che ha capito e che non ti ha mai lasciata sola. E un pensiero vola anche al tuo piccolo Daniele.
      Ti stringo fortissimo.
      Elena

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  12. Leggo le vostre storie con le lacrime agli occhi. E vedo delle donne così forti da riuscire a raccontare la propria terribile esperienza. Inutile cercare un perché e risposte...nn c'è logica in quello che ti è successo. e soprattutto nn c'è giustizia. Ti auguro di riuscire al più presto a diventare "ancora" mamma...perché tu mamma lo sei già...mamma di un angelo speciale che rimarrà per sempre nel tuo cuore e che sono sicura ti proteggerà sempre.

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    1. Carissima, grazie per le tue parole. In questo contenitore di emozioni vivono le nostre storie, le nostre paure, i nostri desideri, i nostri progetti. Per me è una valvola di sfogo, un modo per raccontare il mio percorso; mi rileggo e capisco quanta strada ho fatto...
      Ti abbraccio

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  13. ciao elena mi ritrovo esattamente nella tua situazione sto aspettando la chiamata dall ospedale stessa identica situazione fallot,truncus......spero solo di riprendermi in fretta lo so sara una prova dura da affrontare ....ma ce la faro ne sono sicura ....la tua forza deve essere di esempio a tutte

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    1. Ciao cara, ti stringo forte forte. E' vero sarà dura, certe volte ti mancherà il fiato per il dolore, ma vedrai che ce la farai. Il tuo piccolo ti darà la forza per andare avanti. Datti il tempo per elaborare il lutto, non avere fretta. Non avere timore di chiedere aiuto alle persone che ti stanno vicino.
      E se avrai bisogno, per quanto poco possa fare da qui, io ci sono.
      Ti abbraccio fortissimo. Ti penserò

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  14. Care ragazze,

    un dolore mai dimenticato...nonostante siano passati quasi 14 anni...il 1 Settembre 1999 è nata, morta, la mia piccola Camilla....un dolore straziante che non si è rimarginato neanche dopo tanti anni...la vita va avanti, ho avuto nel frattempo due meravigliose bambine e altri due aborti spontanei, ma niente potrà mai cancellare il dolore di una mamma che "decide" di praticare un aborto terapeutico...c'è il dolore ed il dolore doppio della scelta fatta....
    Manca il fiato, manca una parte di te, che nessun altro figlio ti potrà mai restituire.
    Un dolore che ti porti dentro in eterno.....
    Un abbraccio a tutte
    Alessandra

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    1. Cara Alessandra, ti chiedo scusa per l'enorme ritardo ma non so perchè ho letto il tuo commento solo oggi.
      Grazie per avermi scritto. E' vero il dolore non passerà mai, anche quando la vita ti regala situazioni meravigliose.
      E'importante avere la forza per imparare a far convivere vuoto e felicità.
      Ti abbraccio forte

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  15. Ciao Elena,sono Roberta e come te ho vissuto questa esperienza devastante circa un anno fa'.
    Il mio piccolo Davide aveva il truncus associato alla sindrome di de george...
    Inoltre nessuno mi aveva detto che gia'al momento della morfologica(e'da li che lo hanno scoperto)in Italia ero gia'fuori tempo per un aborto terapeutico.
    Quindi oltre al momento tremendo che stavamo passando..ci siamo visti rifiutare,anche in bruschi modi,da ginecologi,primari e dottori..
    Avevo fatto le valigie per la Francia...ma un ultima visita al San Camillo mi ha permesso di farlo qua'in Italia...!
    Il problema sono gli obiettori di coscienza...questa feccia che si nasconde dietro al loro credo...che tanto credo poi non e'!!
    In Italia si puo'abortire fino alla 22°settimana per malformazioni!Ma purtroppo tanti problemi si vedono dopo!!Ma a loro non importa...ti abbandonano...ti lasciano da sola in un tunnel che non ha via di uscita...!
    E bisogna ritrovare la forza di alzarsi di nuovo,perche'nessuno ci deve togliere la speranza cara Elena!
    Quello che hai scritto rispecchia a pieno il mio pensiero..le mie paure..gli stessi momenti..ti abbraccio e abbraccio tutte le donne che,come noi,hanno passato questa brutta esperienza...

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    1. Carissima Roberta, grazie per avermi scritto. Ho letto la tua storia con le lacrime agli occhi. Comprendo perfettamente la tua rabbia. È sana e assolutamente giustificabile. Fortunatamente a me non è successo. Anzi, ho incontrato medici che mi hanno preso per mano, alleggerendo il cammino che stavo per percorrere. Prima di essere medici, sono delle persone, persone meravigliose. Anche per me si avvicina l anniversario e ti confesso che ho paura... Ma dobbiamo guardare avanti come dici tu.
      Ti abbraccio forte forte!

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  16. Cara Elena,un anno fa'ho passato anche io questa brutta esperienza..il mio piccolo aveva il truncus arteriosus dovuto alla sindrome genetica di De George.
    Oltre a prendere questa decisione cosi'terribile,mi sono vista chiudere la porta in faccia da tutti...medici,ginecologi,primari..insomma in Italia il limite massimo ora per abortire e'22 sett.
    Ed io ero a quella settimana quando mi hanno fatto la morfologica.
    Ma come e'possibile limitare cosi'le settimane??Molte malformazioni si vedono dopo questo limite...e allora???Ti abbandonano..ti isolano e ti fanno sentire ancora piu'in colpa di quanto una donna non ci si senta.
    Purtroppo siamo in un paese di obiettori di coscienza,che si nascondono dietro il loro credo..la loro religiosita'morale...ma Dio si vergogna di persone come loro!!! Arriviste..egoiste..e soprattutto non degne di rappresentare la veste di medico!!
    Avevo fatto le valigie per la Francia,quando un ultima visita al S Camillo di Roma nel reparto IVG,mi ha permesso di abortire qua'in Italia.
    Le tue parole mi hanno molto toccata..come ho condiviso i tuoi pensieri...i tuoi dubbi...
    Ti abbraccio e abbraccio tutte le donne che hanno passato questo dramma...!Bisogna rialzarsi e non permettere a nessuno di distruggere per sempre i nostri sogni....

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  17. Cara Elena,
    è passato per me un anno e mezzo da quando al mio bambino è stata diagnosticata una Trisomia 21. Pochi giorni dopo, durante la mia XIII settimana, ho interrotto la gravidanza.
    Hai detto bene, forse l'unica parola adeguata a descrivere la sensazione più dura, quella più difficile e dolorosa, è il senso di VUOTO.
    Anche io e il mio compagno siamo tornati a casa e dopo esserci richiusi la porta alle spalle, ci siamo scontrati con un dolore che va al di la dell'immaginabile.
    Eravamo soli, ognuno di noi solo con il proprio dolore.
    Impossibile per chiunque starci vicino, nessuni ci poteva capire. E tra di noi ci sono sempre stati baci e carezze, abbracci e coccole, ma pochissime parole: non riuscivamo ad esprimere il nostro dolore.
    Per me una delle esperienze più dure è stato l'arrivo della montata lattea. Mi colse un senso di devastazione, di ingiustizia, di inutilità.
    Dopo quasi un anno siamo riusciti a riprovare ad avere un bambino, a trovarne la forza e la volontà. E' arrivato subito. Eravamo provati, ma abbiamo affrontato serenamente, senza troppe ansie le prime settimane. Poi questo nostro figlio è andato via da solo alla IX settimana. Esattamente un anno, un mese e un giorno dopo suo fratello.
    In questi mesi, ne sono passati sei adesso, ho cercato una strada, un viale che fosse abbastanza largo per contenenre tutto il mio dolore, una strada che non fosse buia, ma al limite un po' ombreggiata, mai assolata, perchè non mi sento pronta a scottarmi di nuovo, ma tranquilla.
    Cerco di portarlo con me il mio dolore, la mia perdita e la mia mancanza, di condividere il mio fardello con il mio compagno, consapevole del fatto che nessuna altra delle persone che ci vogliono bene potrà mai veramente comprendere noi e quello che noi viviamo.
    Cerco di occuparmi di lui e di me stessa con l'amore che avrei voluto dare anche ai miei figli.
    Cerco di sollevarmi e ogni tanto penso che magari un giorno arriverà un bambino davvero. Ma sto per compiere 40 anni, e mi fa tanta paura. Ho paura di essere vecchia, inadeguata, di aver perso le mie occasioni.
    Qualche mese fa mi ha cercata una mia vecchia amica che da tanto tempo non vedevo più. Lei non sapeva nulla di noi, ma aveva appena partorito una bambina Down e voleva il mio sostegno.
    Mi sono fatta forza e ho cercato di starle vicino e forse grazie a lei ho iniziato a sentirmi di nuovo viva.
    Non le ho mai raccontato la mia storia e la mia scelta. Ho paura che non capirebbe, perchè lei ha fatto l'esatto contrario di me, la bimba l'ha tenuta.
    Quando ho conosciuto la sua bambina, aveva pochi giorni. La vedo e penso al piccolo che io non ho messo al mondo. Penso alla vita che gli ho negato. Non so se sono stata egoista o se l'ho difeso. Non ho mai rinnegato la mia scelta, penso che la rifarei, ma questo non vuol dire che io mi perdoni.
    Penso che ognuno nella propria vita debba affrontare dolori improvvisi, perdite e lutti. Certo abortire, soprattutto volontariamente, è una cosa diversa. Lo scegli tu, lo persegui tu, firmi tu tutte quelle autorizzazioni a portarti via quell'essere che in pochi giorni ha riempito totalmente la tua vita.
    Quando il ginecologo mi svegliò dopo l'intervento, la prima cosa che gli chiesi fu: ma era ancora vivo quando lo avete portato via? mi rispose di si. Una fitta gelida mi attraversa le membra quando ripenso a quei momenti.
    Io non ho progetti, per adesso aspetto, mi coccolo, coccolo l'uomo che mi è vicino, ci lecchiamo le ferite e cerchiamo di trovare la forza di guardare un po' più avanti.
    Ti ringrazio per avermi permesso questo sfogo, perchè credo davvero che solo noi ci possiamo capire. Grazie Elena.
    Marina

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    2. Cara Marina, grazie a te per avermi raccontato la tua storia. L'ho letta con le lacrime agli occhi perchè hai dovuto affrontare tanto dolore, forse troppo. Ma credo che tu sia una donna molto forte, che deve imparare a perdonarsi. Devi farlo se vuoi guardare con speranza al futuro. Tu, come tutte noi, hai agito pensando al bene del tuo bambino. Hai messo lui al primo posto. Scusa se mi permetto, ma io credo che alla tua amica (se è davvero tale, non ti giudicherà, come tu non hai fatto con lei) dovresti raccontare della tua scelta. Perchè non so quanto possa farti bene stare con lei e la sua bimba. Non pretendere troppo da te stessa. Scusa ma ti parlo come ad un'amica.
      Ti abbraccio forte. Non perdere la speranza.

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  18. Ciao Elena, ho vissuto la tua stessa identica cosa... faccio la morfologica tutta contenta di scoprire il sesso e invece scopro che il cuore ha un problemino... e tutto il resto lo sai... a me niente epidurale però.. solo un pò di morfina.. e poi al momento del parto il piccolo non usciva perchè era messo male e di turno c'era solo un ginecologo obiettore... che si è infuriato perchè non c'era nessuno, ma alla fine mi ha curata lui insieme ad altri dottori.. menomale, altrimenti non so che fine avrei fatto...
    Siamo sopravvisuti grazie all'altro bambino che mi aspettava a casa, di 3 anni, che col suo amore e la sua innocenza ci ha ridato serenità.. e tutt'ora che sono passati quasi 5 mesi, ogni tanto guarda in alto e dice che il suo fratellino/sorellina è in cielo...
    Ora sto leggendo "Nessuno sa di noi" di Simona Sparaco.. veramente un bel libro.. sono quasi infondo e non so ancora come finisce ma te lo consiglio..
    Ciao, tornerò a leggerti..

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    1. Ciao cara, grazie per avermi scritto e per avermi raccontato la tua esperienza.
      In libreria ho preso diverse volte in mano quel libro ma non ho ancora avuto la forza per leggerlo....
      Ti abbraccio forte

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    2. Ho appena finito di leggerlo... e ho pianto un pochino.. ma mi sono trattenuta.. anche io avevo paura a leggerlo ma ne avevo voglia.. pensavo mi facesse bene.. il libro è veramente scritto bene, è crudo, anche se la realtà è ancora più cruda.
      Il mio cervello in questi mesi ha reagito chiudendo tutto in un cassetto e riempiendo ogni minuto della giornata per non pensare, mentre la protagonista del libro ha sofferto per 6 mesi mollando tutto.. ma poi finisce bene la sua storia.. menomale..
      C'è sempre un lieto fine...
      O almeno bisogna crederci.

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    3. Ne ho sentito parlare moltissimo... E anche molto bene. Anche io ho mollato tutto e ho deciso di affrontare il dolore e viverlo fino in fondo. Solo così ho trovato la forza dentro di me per andare avanti. Il dolore non passerà mai ma guardandolo in faccia, secondo me, si trova il coraggio per andare oltre.
      Ora non me la sento di leggerlo...

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    4. Perché non ce la farei a sopportare altro dolore...e rivivere quei terribili momenti...
      Un abbraccio

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  19. 17 luglio 2012 aborto terapeutico gravidanza gemellare alla 22 settimana per sindrome ttts . Parte di me quel giorno e' morta . Niente piu' sara' come prima . Ti comprendo pienamente e ti auguro presto tanto bene . Ora sono in attesa del mio 3 bimbo ... Nostro Signore non si dimentica di nessuno ... In bocca al lupo

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    1. Ciao cara, grazie per avermi scritto. E vero niente e più come prima, ma ora ho capito che dietro tante porte che prima pensavo chiuse e senza chiave può nascondersi un'altra strada per la felicità. La mia seconda figlia in arrivo è una di queste. Ti abbraccio

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